Come si manifestano le rivendicazioni degli oppositori?

Le rivendicazioni si manifestano in diversi modi e si basano su argomenti contrari alla costruzione della TAV. Per comprendere la portata del movimento No TAV è necessario analizzare i loro modi di esprimere il loro malcontento. Troverete in questa scheda i principali eventi del movimento: dalle manifestazioni al sabotaggio, dall'occupazione al dialogo, analizzeremo le varie modalità di comunicazione degli attivisti. Ci concentreremo qui sul COME dell'opposizione.

 


GLI INIZI DELLA RESISTENZA

Il 15 dicembre 1991 segna la nascita del Comitato Habitat. Sarà composto da circa 60 persone (medici, tecnici, operai, sindaci e amministratori della valle). I primi motivi per contestare il progetto di collegamento ad alta velocità Lione-Torino in questo periodo sono stati l'inquinamento acustico: i medici avrebbero avuto un ruolo importante nella nascita del movimento. E infatti, si noterà più tardi l'insopportabile rumore del TAV. Inoltre, studi di specialisti (ingegneri ed economisti) dimostreranno poi ciò che gli abitanti avevano intuito: l'inutilità economica del progetto e il suo impatto distruttivo sull'ambiente (presenza di uranio e amianto nel terreno che dovrebbe essere perforato). Se è quindi visto, comparire in caratteri giganti l'acronimo "No TAV" sulle pendici della montagna, quello ispirerà il nome, il logo e lo slogan del movimento. Allo stesso tempo, un analogo a questo movimento si svilupperà lentamente in Francia, in Savoia. Verrà pubblicato un manifesto intitolato "J'accuse", con l'obiettivo di diffondere la lotta al maggior numero di persone. Il 2 marzo 1996 si è svolta a Sant'Ambrogio la prima grande manifestazione contro la linea TAV che ha riunito circa 3000 persone.

 

Nei prossimi 18 mesi l'azienda ferroviaria italiana e l'autostrada che attraversa la Val di Susa saranno oggetto di numerosi atti di sabotaggio. Il 23 agosto 1996 segna la data del primo di una lunga serie di attacchi contro macchine e attrezzature ferroviarie. I media sono infuriati per l'eco-terrorismo in Val di Susa. Il movimento No TAV è accusato di queste azioni, ma le indagini non sono mai state conclusive.  Il movimento ha sempre dichiarato di non essere mai stato coinvolto in nessuno di questi atti, affermando che potrebbero essere movimenti isolati.

 

Il 29 novembre 1997 è scoppiata una manifestazione dei sindaci e della popolazione contro gli "strani attacchi" e contro la TAV. Ma il 5 marzo 1998, l'arresto dei membri di un'organizzazione chiamata "Lupi Grigi", alla quale si dice appartengano la coppia Maria Soledad Rosa ed Edoardo Massari, è stata l'ultima goccia, in quanto molti hanno visto la vicenda come una montatura. E purtroppo il 28 marzo Edoardo si suiciderà in carcere. In risposta a questo evento, 10.000 persone manifesteranno a Torino. L'11 luglio Maria Soledad si è suicidata mentre era in libertà vigilata. Tutte le accuse contro di loro ed Edoardo cadranno a pezzi. Al momento non si sa ancora chi abbia commesso gli attacchi. Il movimento è stato indebolito da questa sequenza, ci vorranno una decina anni per ricostruire il suo potere.

Nel 2001 - 2002, tuttavia, vogliono continuare la lotta, in particolare con concerti e campionati. Nell'aprile 2003 viene pubblicato il progetto preliminare, è allora che i militanti cominciano ad organizzarsi per difendere il territorio, bloccano in particolare i tecnici della rete ferroviaria che arrivano in loco. Poi, nel maggio 2003, è stata organizzata una marcia di 20.000 persone tra Borgone e Bussoleno, hanno bloccato per qualche ora il traffico su una delle strade principali della valle. Alcuni attivisti hanno deciso di continuare le proteste occupando permanentemente il sito di Chianocco. Il 4 giugno 2005 si terrà un'altra imponente manifestazione che conterà circa 40.000 persone. Vediamo poi la costruzione dei "presidi", installazioni permanenti degli avversari che mirano a occupare il sito del cantiere. In questo modo il movimento diventa simile al movimento ZAD che propone una modalità di rivendicazione legata all'occupazione del territorio. A novembre, però, il preside di Venaus viene evacuato dalla polizia, scatenando manifestazioni in valle e in tutta Italia. Il movimento No TAV cercherà poi alleati in altri movimenti contro grande opere inutili e dannose, come dimostra una manifestazione congiunta del "No TAV" e del "No Ponte" il 15 gennaio 2006 in Val di Susa e a Messina. Si è così affermato un legame tra il movimento "No TAV" e i movimenti di altri progetti controversi in Italia.

 

Sempre con l'obiettivo di ritardare l'inizio dei lavori, nel 2008, 1400 persone hanno acquistato un pezzo di terreno dove si sarebbero svolti i primi cantieri, a Chiomonte. Questo ritarderà il processo, ma nel 2010 le macchine di perforazione arriveranno di nuovo li. Questo provocherà una manifestazione di circa 40.000 oppositori, e il "presidio" di Bruzolo verrà bruciato, gli attivisti denunceranno poi la presenza della mafia nelle aziende scelte per i lavori. Il 22 maggio 2011 ci sarà un'occupazione pacifica con l'insediamento della "Repubblica Libera della Maddalena", campi, festeggiamenti e dibattiti. Ma d'altra parte, il 24 maggio 2011, c'è stata una risposta violenta con il primo tentativo di avviare i lavori del TAV a Chiomonte. Ci vorranno molte barricate e dimostrazioni per respingere il tentativo. Le autorità non si fermeranno qui e il 27 giugno 2011, 2500 agenti di polizia sostenuti da veicoli corazzati hanno fatto irruzione, segnando la fine della Repubblica della Maddalena, sostituita da una recinzione di filo spinato e l'occupazione del sito da parte delle forze dell'ordine per proteggere il sito del futuro cantiere. In risposta a questi eventi, il 3 luglio 2011, 70.000 persone hanno marciato verso il cantiere. Gli scontri nelle sue vicinanze provocheranno ufficialmente 400 vittime. Tuttavia, secondo il Ministero dell'Interno, circa 1.000 antagonisti violenti si sono infiltrati in questo movimento con il solo scopo di destabilizzare la situazione.

 

Il 26 gennaio 2012 si è svolto in tutta Italia un raid anti-No TAV con l'arresto di 41 persone all'alba. La solidarietà è immediata e massiccia in tutta Italia, a dimostrazione dell'ampiezza della rete che il movimento ha saputo tessere. Le manifestazioni sono sempre più frequenti e la rabbia aumenta. Nel febbraio 2012 iniziano grandi ondate di espropriazione di terreni intorno all'area del progetto. Durante l'opposizione con la polizia, un attivista, Luca Abbà, sarà gravemente ferito e diventerà un altro simbolo della lotta. Gli attivisti No TAV occuperano le stazioni ferroviarie e le autostrade in tutta Italia per esprimere il proprio malcontento. L'11 aprile sono scoppiate in tutta Italia grandi manifestazioni di solidarietà.

 

La più grande manifestazione No TAV fino ad oggi si è svolta l'8 dicembre 2018 a Torino. Il flusso di manifestanti è partito da "Piazza Statuto" fino a "Piazza Castello", i partecipanti sono stati quasi 80.000 secondo gli organizzatori e 65.000 secondo la polizia. Inoltre, da molti anni si svolge una festa, chiamata "Alta Felicità", nel mese di luglio, nel comune di Venaus in Val di Susa ed è una delle prime manifestazioni della valle per numero di partecipanti. È un festival organizzato dal movimento No TAV, è completamente gratuito e accessibile. L'idea di base è quella di rimanere lì per qualche giorno, per fermare il tempo e i consumi per riscoprire i segreti della natura e della vita in montagna. Offrono musica gratuita, aree di ristoro, eventi culturali, escursioni, dibattiti sulla TAV e altri argomenti e la possibilità di fare campeggio gratuitamente nella natura. Attraverso questo festival intendono dimostrare una forma di protesta pacifica, che porta anche alla mobilitazione e alla sensibilizzazione su questo tema.

 

In conclusione, possiamo vedere da questi vari eventi che gli attivisti sono pronti a fare qualsiasi cosa per difendere un territorio caro per loro, ma anche per difendere la loro concezione della vita e della società. Intendono combattere contro un mondo che fa tutto troppo velocemente e non si prende il tempo di occuparsi di ciò che già esiste.

 

Possiamo quindi vedere che questa lotta ha una duplice sfaccettatura. Da un lato, per evitare che il lavoro venisse svolto, migliaia di persone (soprattutto residenti locali, ma anche persone di altre regioni) hanno occupato i cantieri. D'altra parte, per consentire il proseguimento dei lavori, le autorità hanno inviato la polizia in assetto antisommossa (scudo e manganello) per disperdere i manifestanti in numerose occasioni.

 

Accanto ai No TAV, migliaia di persone si sono unite alla manifestazione e hanno aiutato l'occupazione e la manifestazione. Si assiste quindi a un'interconnessione tra i movimenti di difesa del territorio in Italia. Sono movimenti di solidarietà che si aiutano a vicenda per raggiungere un obiettivo comune, per diffondere un'idea comune. Quindi ora vi propongo di visitare la pagina "altri progetti contestati in Italia" per capire i punti in comune di tutti questi movimenti.