Di fronte alle occupazioni e ai primi tentativi di sabotaggio, il governo ha risposto militarizzando la valle e cercando di respingere le persone dal cantiere. La "Battaglia di Seghino" del 31 ottobre è un esempio della costante lotta dei "No TAV". I protestanti riusciranno a confinare le forze di polizia su un piccolo ponte e bloccarle lì per una giornata intera. La sera dopo la promessa da parte del capo della polizia si assicura che lascerà la zona, NOTAV inziano a smatellare la zona ma scopriranno il giorno seguente che era una vile mossa per permettere ai costruttori di riprendere i lavori.
Dopo questo affronto i residenti nell'area devono mostrare i loro documenti ogni volta che attraversano il sito, molte persone saranno bandite dall'area. A novembre viene organizzata una marcia di 80.000 persone provenienti da tutta Italia e alla fine di essa viene fondato il gruppo di attivisti che si chiamerà "Repubblica Libera di Venaus" .
L'opposizione italiana si basa sull'assenza di una comunicazione chiara sulla natura del progetto e sulle attività di LTF. La Commissione europea aderisce alla richiesta degli oppositori che richiedono un secondo parere in grado di valutare la coerenza e l'affidabilità degli studi effettuati da LTF. Questa contro-esperienza sarà svolta dalla società di consulenza internazionale "COWI" specializzata in studi ambientali.