Come accennato in precedenza, questo movimento di protesta è natono in modo spontaneo negli anni 1990. Perché, dal 1988, la Francia ha invitato l'Italia a creare la linea TGV. La SNCF pubblica un documento su un potenziale collegamento ferroviario e il presidente Mitterrand spera che si concretizzi. Seguiranno una serie di primi incontri pubblici. Il sindaco di Lione si reca a Torino per incontrare Zanone, il sindaco di Torino e i due presidenti del comitato promotore del progetto, Brizio e Agnelli. Nel 1990, un comitato composto da istituzioni pubbliche e private francesi e italiane viene quindi costituito a Torino. Lo scopo di questo comitato è di promuovere la costruzione della nuova linea Torino-Lione e anche di esercitare pressioni sulla compagnia ferroviaria nazionale italiana, che deve approvare il progetto. Secondo loro, il miglioramento delle infrastrutture esistenti e l'aggiunta della linea TAV contribuiranno a sviluppare sia un aumento della circolazione delle persone, sia quello delle merci (in seguito gli argomenti si concentreranno solo sulle merci).
Per quanto riguarda l'opposizione, la Valle di Susa (un'area ricca di riserve naturali) era già stata oggetto di sistemazioni urbanistiche e quindi dagli anni '80 si sono già potute constatare diverse obiezioni contro la costruzione di diverse infrastrutture. Quando il progetto è stato annunciato, il TAV è stato visto come solo un'altra protesta da portare avanti ed è stato quindi subito sgradito. Un'organizzazione chiamata HABITAT è stata fondata in quegli anni. L'organizzazione era composta da residenti locali direttamente colpiti dal progetto e da politici contrari al TAV, nonostante questi, lì organizzazione si definiva apartitica, di nessun ramo politico quindi, e tra i suoi membri apparivano anche molti professori universitari che, grazie alla loro competenza tecnica, saranno in seguito elementi cruciali per le proteste. Nel 1991 i due paesi indifferenti alle opposizioni hanno comunque optato per lanciare il progetto.